La realtà non è la Sostanza in sè. La Sostanza universale esiste a prescindere dall’Uomo e agli uomini è immanente e trascendente al contempo, rimanendo ad essi inconoscibile e solo intuibile nella stessa misura in cui gli esseri umani, pur essendone solo una parte infinitesimale, ne sono immagine e ne riproducono somiglianza. La realtà è “solo” una forma soggettiva e puntuale dell’Essere, così come recepita e rielaborata dalle strutture biologiche e dalle sovrastrutture empiriche che definiscono l’Uomo.
Non esiste, di conseguenza, una realtà umana al di fuori dell’Idea che gli uomini hanno della stessa. Infiniti universi dinamici insistono sullo stesso punto statico e l’Uomo percepisce ciò che può e vuole percepire perché predisposto e destinato a farlo, muovendosi in quella singola dimensione della Sostanza che, come risultato, è la realtà degli esseri umani.
È la mente umana che crea la “sua” realtà, dando forma univoca alla sostanza multiforme, e le forme collettive della percezione disegnano il mondo, che per questo è in continuo mutamento pur restando uguale a se stesso in valore assoluto, nell’eterno ritorno dell’Essere e dei suoi Elementi costitutivi.
Tutto nella vita dell’Uomo è, quindi, un’illusione perché tutto, di fatto, è solo nella sua “testa”. Sono le illusioni dell’Uomo che “dipingono” la realtà. Ed è proprio così che si domina il mondo: costruendolo, tratteggiandolo e manipolandolo a propria immagine e secondo la propria narrazione in ciò che è stato, è e sarà. È questo il “segreto” che le élites del Potere non fanno alcuno sforzo a celare ormai da secoli.
Sono, infatti, più che sufficienti lo scetticismo ed il disinteresse delle masse a tenerlo sempre al sicuro e al riparo dalla consapevolezza del popolo.
La verità (1) è percezione volontaria e la realtà (2) è un’Idea. L’etimologia stessa, nelle sue più remote e primigenie ascendenze, raramente mente. Scegliamo, quindi, le illusioni che ci “aggradano” ed i sogni che possono offrirci un futuro migliore. Se si unisce “percepire” a “scegliere”, infatti, si ottiene “credere”. Ed un certo Yeshua fu, a suo tempo, molto chiaro sul tema del poter spostare le montagne e camminare sulle acque. Nel loro piccolo, infatti, gli uomini possono molto. Basta soltanto che capiscano cosa vogliono e che lo vogliano davvero.
Tutto è Sostanza e la Sostanza è Tutto. Nulla è la sua Forma, nel Suo comprendere e volere ogni cosa, tutto ed il contrario di Tutto che il Tutto stesso definisce.
Il vuoto non esiste se non nell’animo di chi sceglie di condannarsi all’oblio.
La realtà è solo il riflesso della struttura biologica della psiche umana, sempre più smarrita nella vana ricerca di risposte al di fuori di sè.
La “scala” dell’Esistenza si sale interpretando se stessi, perché noi stessi siamo tutto ciò che c’è da capire.
© Matteo Fulgenzi
(1) dall’indoeuropeo varami = “scegliere/volere”. Cfr. https://www.etimo.it/?term=vero
(2) dall’indoeuropeo rah = “ricchezza”. L’immagine archetipica della lettera R (resh) è la “testa”, cioè la sede da cui, nell’Uomo, si irradia l’Illuminazione. Cfr. http://www.treccani.it/vocabolario/res & http://kabbalahpratica.blogspot.com/2010/12/meditazioni-sulle-lettere-ebraiche.html