Twin Peaks non è un luogo geografico, ma il “luogo” temporale, il “tempo” di un “ritmo” cosmico che richiama la particolarità dei cicli solari delle ultime decadi e definisce la nostra controversa contemporaneità, per molti aspetti “doppia” e contraddittoria.
Il “ciclo solare”, o “ciclo undecennale delle macchie solari” (1), è la misurazione della variazione dinamica della quantità di flusso magnetico sulla superficie del Sole (cfr. “Loggia Bianca”) con particolare riferimento al fenomeno della cosiddette “macchie solari” (2) (cfr. “Loggia Nera”), ossia regioni della fotosfera connotate da una forte attività magnetica.
In prossimità del minimo del ciclo solare, le macchie solari sulla superficie del Sole sono abbastanza rare e di modeste dimensioni. In concomitanza con il “massimo solare” (solar “peak”), al contrario, le macchie sono ben marcate e visibili così come i loro connotati elettro-magnetici. La conoscenza di questo fenomeno e del suo influsso sulla vita terrestre si perde nella notte dei tempi ed il suo studio affascina gli uomini fin da prima che cominciassero a chiamare “scienza” l’affannosa ricerca di risposte ai propri più reconditi tormenti.
I 25 anni (cfr. rivelazione di Laura Palmer: «I’ll see you again in 25 years») a ridosso del nuovo millennio sono stati scanditi da 3 massimi solari: 1989-1990 (ciclo 22), 2000-2001 (ciclo 23), 2014-2015 (ciclo 24). La loro caratteristica comune? Una massima intensità “minima”, ossia al di sotto della media delle precedenti misurazioni, ed il susseguirsi di 3 doppi massimi solari “gemelli”, ossia di 3 “twin (solar) peaks” (cfr. trilogia della serie televisiva ed il “simbolo” sull’anello della Loggia) (3).
Le 3 cittadine americane dello Stato di Washington (Snoqualmie, North Bend e Fall City), immerse in una rigogliosa natura incontaminata tra immense foreste e poderose cascate d’acqua (4), offrono quindi a loro volta la perfetta location “terrestre” per la manifestazione della spirale di forze ancestrali sprigionate dal profondo della Terra mentre essa “danza” in risposta al ritmo del Sole (“Let’s rock!” = “Balliamo”) (5).
Il genio di David Lynch ci ripropone la saggezza degli antichi e ci ricorda che tutto viene e dipende dal Sole e dalla sua interazione con le forze terrestri nella definizione di energia e materia. Un periodo di 3 “picchi gemelli” dell’attività solare, tanto più consecutivi, è quindi un periodo di grandi cambiamenti che presenta il pericolo e, parimenti, offre le potenzialità di un “passaggio” alternativo tra realtà speculari (RR – il “double R” = doppia realtà) nella configurazione immanente dell’Essere il quale, in valore assoluto, rimarrà però sempre uguale a se stesso e fedele ai propri archetipi costitutivi (6).
Il tema del “doppio” pervade di sé l’intera narrazione della serie, manifestandosi però come “antitesi” ontologica, come “dialettica” strutturale dell’Universo, tra forze positive e forze negative, divenuta fluida e malleabile in corrispondenza del particolare periodo di “doppiezza” anche del ciclo solare, e non come espressione dell'”inganno” della relatività, del “pensiero relativo” da cui gli esseri umani sembrano essere corrotti fin dall’infanzia, quello che fa sì che ciò che possa nascere dallo stesso “uovo” sia per alcuni un insetto, per altri una rana, etc., ed allontana gli uomini dalla consapevolezza che Tutto è Uno e Uno è Tutto (7).
A Twin Peaks tutte le espressioni salienti della narrazione devono essere ripetute due volte, perché valide per entrambi i “poli” dell’Essere, per entrambi i “peaks” gemelli dell’attività del Sole e per il Destino stesso che, nella sua “doppiezza”, scrive se stesso («It is happening Again! It is Happening Again!» = «Sta succedendo ancora! Sta succedendo ancora!» ripeterà il Gigante).
In un periodo di così debole attività della Luce, le forze negative della Terra avrebbero potuto avere il sopravvento ma un novello “cercatore” dell’Uomo (8), sconfiggendo se stesso con l’aiuto della “sua” Luna (9), ha rimandato la fine del Tempo, il quarto twin peak della profezia del “Dente” (in ebraico: Shin ש) che già riecheggia tra le “Dune” lynchiane del pianeta Arrakis (10).
Quale futuro ci aspetta nel ciclo solare 25? La terrificante Judy ingannatrice ed il suo “Fuoco” dell’autodeterminazione sono ancora una volta in agguato ed il Centro della Terra ed i suoi demoni (11), come gli dei folli e danzanti del passato (cfr. “The Jumping Man”) (12), invocano la loro atavica “vendetta” (13) contro il portatore di Luce (14) mentre il Sole “muore” (= il ciclo solare si conclude).
Quale sacrificio sarà il prezzo di un nuovo equilibrio (15)? Nascerà nuovamente la dea dalla testa di suo padre per scacciare il Chaos con il suo urlo terribile (16)? Comprenderà l’Uomo (17) l’immutabilità del volto di Dio (18) ed eviterà di commettere il suo inevitabile errore (19)? E, soprattutto, chi sarà il nuovo “Sognatore”, oracolo dei palindromi del Destino? (20)
«Through the darkness of future past,
the magician longs to see.
One chants out between two worlds,
Fire walk with me!»
«Nell’oscurità di un futuro passato,
il mago desidera vedere.
Un uomo canta tra questo mondo e l’altro,
Fuoco cammina con me!» (21)
Questo è solo l’inizio della DIVINA COMMEDIA del XXI secolo.
Servirà molto, molto “caffè” (22) per non svegliarsi dal sogno rivelatore e capire (23), finalmente, se “questo è il futuro o il passato” (24).
p.s. Come accennato, una quarta coppia consecutiva di “massimi” solari gemelli segnerebbe la fine del (nostro) Tempo. Meglio riflettere, prima di desiderare una quarta stagione di Twin Peaks 🙂
English version: https://www.intell-attuale.it/solar-cycle-twin-peaks-english-version
© Matteo Fulgenzi
NOTE:
(1) Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Ciclo_undecennale_dell%27attivit%C3%A0_solare
Le ore 11:30 del 24 febbraio 1989 segnano il primo “massimo” solare (solar peak) dei due del Ciclo Solare n°22 (1989-1990).
Il febbraio del 1989 vide il mesto ritiro delle truppe sovietiche dall’Afghanistan, l’insorgere delle Repubbliche baltiche e l’inizio della “morte” del socialismo reale che il 25 dicembre del 1991 avrebbe poi condotto alla definitiva dissoluzione dell’URSS, la fine dell’ideale comunista, di un “sogno” travagliato e contraddittorio, ardente ed angoscioso di uguaglianza e giustizia. La narrazione di David Lynch pone, quindi, un forte accento proprio sul mese di febbraio del 1989, “il mese che cambiò profondamente il mondo” ponendo tutti i presupposti che, il 9 novembre 1989, nella data del “passaggio” per eccellenza, determinarono la caduta del muro di Berlino.
Non è un caso che Sarah Palmer legga il libro il libro “How to speak German“, “Come parlare tedesco”, e che Bobby esclami «credevo che i tedeschi fossero tutti puntuali», con chiara allusione alla Germania dell’Est comunista, in contrapposizione all’Ovest capitalista. E non è un caso che la compagna di disavventure e testimone dell’omicidio di Laura Palmer dal nome palesemente polacco, Ronette Pulaski (Ronette = Rosa), sia stata risparmiata dalla furia del Male e, seppur in irreversibile stato di alienazione comatosa, abbia attraversato il ponte ferroviario, abbia compiuto il passaggio da oriente verso occidente e sia ritornata a Twin Peaks.
Boris Gromov divenne famoso per essere stato l’ultimo comandante della 40ª (il “ritornello” 2*4 + 4*8) Armata sovietica in Afghanistan. Fu l’ultimo militare sovietico a lasciare l’Afghanistan, attraversando a piedi il Ponte sul fiume Amu Darya (Oxos) il 15 febbraio 1989. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Boris_Gromov
Il nome della città di Odessa (dal greco antico Odòs, οδός = “la via” e mutuato dal toponimo di origine dacia Odessos = “Marina”), oggi in territorio ucraino, da un lato ci rivela l’affinità del personaggio di Carrie Page e della sua ipostasi Laura Palmer con alcune figure mitologiche dell’antichità legate alle “acque” del cielo e del mare (Thetis/Teia), dall’altra presenta un profondo legame con eventi storici concreti, come la Rivoluzione d’Ottobre. Già nel 1905, ben prima del 1917, la città divenne luogo della rivolta operaia sostenuta dall’equipaggio della corazzata Potëmkin e dalla rivista leninista Iskra. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Odessa
Laura Palmer indica il Fuoco del “massimo solare” (solar peak) del 2015, l’ultimo dei due del Ciclo Solare n°24 (2014-2015), 25 anni dopo il “peak” gemello del 1990. Il gesto sembra inoltre richiamare la simbologia alchemica dei pianeti Saturno (la “Falce”) e Giove (il 4).
L’agente Dale Cooper ed i tre “Solar Twin Peaks”. Sorprendente l’affinità con i simboli della radioattività.
(2) Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Macchia_solare
Le due Logge sono, in realtà, due aspetti complementari della superficie del Sole.
La “Black Lodge” circondata dalla “White Lodge“:
(3) Cfr. http://www.arrl.org/news/solar-cycle-24-may-have-double-peaks-says-nasa-solar-physicist e https://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2013/01mar_twinpeaksNella narrazione di David Lynch, i “massimi-minimi” gemelli dell’attività solare delineano realtà parallele e speculari dove predominano rispettivamente l’energia solare e la contro-energia terrestre. Il numero 253 è la tripartizione della realtà del 10/1 (l’Uno-Tutto) nei 3 solar twin peaks degli ultimi 25 anni ed indica le coordinate del Wormhole, il “buco del Bianconiglio” di Alice nel Paese delle Meraviglie (the Jack Rabbit’s Hole), ossia il passaggio interdimensionale tra mondi e realtà parallele. Cfr. https://www.intell-attuale.it/the-man-from-another-place-twin-peaks
Non a caso sarà la chiave 315 del Great Northern Hotel ad aprire lo speciale passaggio verso la Loggia Nera, il Regno dei Morti. Il numero “9” (3+1+5) è il numero del “passaggio” (in ebraico: Teth ט) tra il numero “8”, il mondo degli esseri viventi e mortali, e ciò che è “oltre”, rappresentato dal numero “10”. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Teth
Analogo il ragionamento alla base del celebre “Welcome to Twin Peaks – Population 51,201” riportato sull’insegna di benvenuto della cittadina americana: 5+1+2+0+1 = 9
(4) E’ un chiaro richiamo alla “Legge del Ritmo Sole-Terra” del Prof. PierLuigi Ighina. L’incessante turbinio “ventilatore” di casa Palmer richiama proprio il vortice dell’Energia Sole-Terra che, nella narrazione, trova il suo epicentro nella “cittadina” di Twin Peaks. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Pier_Luigi_Ighina e https://www.fortunadrago.it/approfondimenti/pierluigi-ighina/legge-del-ritmo
(5) Le città americane dove sono stati effettivamente girati gli episodi ed il film della saga di Twin Peaks sembrano non essere estranee al mistero neppure nella vita reale, essendo state interessate da diversi inspiegabili delitti. Cfr. https://www.tpi.it/2017/05/20/misteriose-morti-citta-dove-girato-twin-peaks e https://en.wikipedia.org/wiki/Snoqualmie,_Washington. Interessante, e non certo casuale, la translitterazione “inversa” secondo la pronuncia degli Esseri della Loggia e la conseguente traduzione ebraica del motto “Let’s rock” = Ccorstl = ככורסטל = “Come un maledetto”.
(6) Cfr. la teoria filosofica di Friedrich Nietzsche https://it.wikipedia.org/wiki/Eterno_ritorno
(7) Per un approfondimento sul tema di una visione “alternativa” della scienza cfr. http://digilander.libero.it/VNereo/ram-monti-relativity-a-critical-analysis-(tr-it-m-mandorli).htm e http://www.altrogiornale.org/terra-il-grande-inganno
Nella visione proposta da Lynch, la scienza moderna e la sua “relatività” hanno condotto l’uomo alla scoperta della fissione dell’atomo e alla degenerazione dell’uso bellico di tale conoscenza (la bomba atomica), allontanandolo dal sapere della fusione, dell’armonia dell’Uno-Tutto. Il Destino ha così condannato gli esseri umani a dover produrre “con il sudore della fronte” un’energia “artificiale” in un mondo di violenza, “falsità” e totalmente in preda alle forze negative e distruttive della Terra, dimenticando e rinunciando all’Elettricità cosmica della Creazione. Nella serie, è proprio il progetto “Manhattan“, la prima vera esplosione della bomba atomica il 16 luglio 1945 alle coordinate GPS riportate sui tralicci delle cittadine di Twin Peaks e Odessa, a dare origine a BOB nella sua forma attuale.
(8) Il nome “Cooper“, in lingua inglese, significa “l’uomo della botte”, con un velato richiamo al filosofo greco Diogene, impegnato nella ricerca dell’Uomo e nella sua elevazione e liberazione dai vincoli materiali che ne offuscano lo spirito. In fondo «This is what we do in the FBI!», «Questo è quello che facciamo all’FBI!». E Cooper dirà: «I am the FBI!» «Io sono l’FBI!.» L’Uomo alla ricerca è anche l’Uomo con la lanterna, classica rappresentazione dell’Arcano Maggiore 9 dell’Eremita. Lanterman è inoltre il cognome della Signora Ceppo, anch’essa solitaria contemplatrice dei misteri dell’Uomo e dell’Universo. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Diogene_di_Sinope
Il cognome “Cooper” richiama quindi anche l’elemento “Legno”, il tramite spirituale tra l’Acqua e il Fuoco, quindi tra la Terra e Dio. Grazie allo sceriffo Henry Truman, o stesso nome “Dale” si scopre essere il diminutivo di Daniel, in ebraico דָּנִיֵּאל, ossia “Dio è il mio Giudice” (…e non Judy!).
L’agente Cooper, con il suo omologo “dimensionale” Richard, è il “doppio” umano dello spirito Bob e, in quanto tale, è il “Sognatore”. Nella terza seria si susseguono le apostrofi nei confronti di Dougie Jones (cfr. i maestosi alberi Douglas Firs, “contenitori di anime”, che inaugurano il primo episodio della serie) come “tessitore di sogni” e “sognatore ad occhi aperti”, attratto dai luminosi distintivi della polizia a forma di “Sole” e per di più ghiotto di torta di ciliege (cherry pie), il frutto del “Fuoco”. Secondo il mito greco, il dio del Fulmine “sogna” di ritrovare la Grande Madre e di unirsi a lei. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Cibele Lo stesso Phillip Jeffries, indicando Dale Cooper, esclamerà: «Who do you think this is there?» «Chi pensate che sia quello lì?»
Dale Cooper è poi inseparabile dal suo registratore vocale, strumento di “elettro-magnetizzazione” e traslazione spazio-temporale e “de-contestualizzazione” della sua stessa voce e, quindi, di comunicazione interdimensionale con il suo doppio femminile oltre i confini dell’altrimenti ineludibile incomunicabilità tra tempi, luoghi, culture e sessi diversi.
Profondo è inoltre il parallelismo con il mito di Orfeo e con il misticismo orfico, legati alla figura dello “sciamano” capace di incantare dei ed esseri viventi con la musica della sua lira e di compiere il viaggio dell’anima lungo gli oscuri sentieri della morte, tentando vanamente di liberare il futuro dell’Uomo dai vincoli del passato. Il che suggerisce un interessante legame tra il personaggio di Laura e la figura mitologica di Euridice. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Orfeo
Considerando il valore alfanumerico delle lettere che compongono l’epiteto “AGENT COOPER”, otteniamo il valore 119. Un valore costante che ricorre anche per i nomi dei personaggi WINDOM EARLE, GARLAND BRIGGS anche nella versione MAJOR BRIGGS. Lo stesso avviene per la locuzione “GOTTA LIGHT?”.
La somma dei valori numerici 1+1+9 richiama l’Arcano Maggiore 11, la Giustizia della ruota del Karma (secondo altre versioni attestate, l’Arcano della Forza cui può essere attribuito anche il numero 8), naturalmente in un’accezione cosmico-esoterica e non relativa alla morale corrente. Forte è anche l’associazione visiva tra l’Arcano 11 della Giustizia e l’Arcano Maggiore 9 dell’Eremita, che rendono nuovamente il numero 20, l’Arcano Maggiore del Giudizio e della Rinascita (un nuovo “0”, “Uovo cosmico”, inizio).
Il Destino dell’Uomo, come singolo così come dell’Umanità, è infatti allo stesso tempo Morte e Rinascita. Ogni istanza ed accadimento sulla linea umana del Tempo, come dipanarsi a ritroso della stessa struttura intrinseca dell’Essere, è preordinata all’esito certo della Morte e della conseguente Rinascita, come capitale riconfigurazione degli elementi sulla base di archetipi costitutivi costanti. «The past dictates the future.» Il passato determina il futuro…e viceversa. L’oscurità è quella di un passato che ha scritto quello stesso futuro che, a ritroso, lo vincolerà.
Le suggestioni dell’opera di Lynch ci raccontano la realtà umana non esiste in quanto tale. Essa è “solo” una proiezione degli archetipi che formano il profondo della mente dell’Uomo. Un “sogno” nel quale gli esseri umani vivono indissolubilmente avvinti. L’uomo non “vede”, ma interpreta e sovrappone se stesso e le sue strutture all’Universo perché è la “musica” dell’Universo stesso che lo ha “composto” così. All’interrompersi della musica della biofonia scandita dal Sole, evocata dalla metafora del “rumore di fondo” del grammofono divino che suona la traccia ineludibile del disco del Destino secondo un ritmo spiroidale centripeto che si “riavvia” costantemente una volta esaurito, gli esseri umani si “risveglierebbero” e si ritroverebbero veramente “smarriti”, “nudi” e privi delle proprie effimere difese, pretese ed illusioni sovrastrutturali, posti dinanzi ai “veri” se stessi ed avvolti dall’Infinito abbagliante e ad essi incomprensibile della Luce. E’ ciò che accade quando la vecchiaia spegne inesorabilmente il black fire (o Blackburn) femminile ed i suoi effimeri deliri di onnipotenza ed autodeterminazione basati, di fatto, esclusivamente sulla “debolezza” maschile. Il “fuoco nero” si riaccende di generazione in generazione, come passaggio tra passato e futuro, tra morte e rinascita.
Annie Blackburn: «Quella che osserviamo non è l’essenza della Natura, ma la Natura sottoposta al nostro metodo inquisitivo» (principio d’indeterminazione di Heisenberg)
«We are such stuff as dreams are made on, and our little life is rounded with asleep.» – William Shakespeare
Benjamin Horne: «Chiudi gli occhi, perché questa è la sostanza di cui sono fatti i sogni.»
Di grande rilievo è l’interpretazione di Carl Gustav Jung, l’allievo prediletto di Freud, degli arcani esoterici e degli elementi alchemici come fondamenti archetipici della psiche umana.
«Oh, Blackie! You used to be so pretty…»
«O Blacky! Una volta eri così bella…»
(9) La dea “Diana”, per i greci Artemide, è la dea della “Caccia” ed è identificata con la Luna. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Artemide
Nella teoria di Ighina, il flusso di energia proveniente dal Sole, impattando contro la faccia nascosta della Luna, rende di fatto la Luna come una barriera protettiva che difende dalla “erosione” delle onde elettromagnetiche (il “flusso” solare) il pianeta Terra. Inoltre la Luna crea un “sotto-vortice” di energia solare che come centro ha il pianeta Terra, definendo la durata del periodo terrestre in 24h. Cfr. https://www.fortunadrago.it/3067/il-problema-della-luna, https://www.fortunadrago.it/3839/scintille-sulla-luna e https://www.fortunadrago.it/4279/sole-luna-e-terremoti
Ci insegna il filosofo pitagorico Diogene Laerzio «che il Sole e la Luna e gli altri astri sono dei, perché in essi domina il caldo, che è principio di vita; e che la Luna è illuminata dal Sole. Che l’uomo è congenere agli dei, perché partecipa del caldo; e che appunto per questo il dio si prende cura di noi. Che il destino governa le cose e nell’insieme e nelle parti. Che dal Sole emana un raggio il quale, attraversando l’etere freddo e l’etere denso (chiamano etere freddo l’aria, etere denso il mare e tutto ciò che è umido) e penetrando anche negli abissi, dà vita a tutte le cose.» (Vite dei filosofi, VIII, 27) Interessanti, per una maggiore comprensione dell’opera di Lynch, sono inoltre alcuni parallelismi di natura esoterica sulla figura di Dana/Diana, ossia la Luna, sorella del Sole, e su sua “figlia” l’Alba. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Aradia,_o_il_Vangelo_delle_Streghe e https://it.wikipedia.org/wiki/Aradia
(10) La lettera Shin ש è associata a Crono/Saturno (= saturo, “che ingloba tutto”) ossia al Tempo ed al suo scorrere, nella narrazione di Twin Peaks rappresentato dal Gigante Fireman, che assiste agli avvenimenti umani e vive nella fotosfera (la Loggia Bianca) insieme a Tanit/Theia (conosciuta come Senorita Dido). La sposa di Crono è infatti Rhea, l’acqua che scorre e la nube foriera della pioggia. (Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Crono) Le tre “teste” della Shin indicano la Luce, l’Oscurità ed il loco interagire nel formare lo Spazio/Tempo, ossia il “Fuoco” dell’esistenza (che la forma della lettera a sua volta richiama, oltre a quella di un “dente” che mastica la conoscenza). La profezia narra che in futuro alla Shin verrà aggiunta una quarta “testa”, il segreto della femminilità redenta che sale al di sopra della mascolinità, ossia la fine e l’estinzione dell’Essere, nella sua dimensione umana. Cfr. http://digilander.libero.it/VNereo/facciamo.htm e https://it.wikipedia.org/wiki/Dune_(film)
(11) Il culto della Grande Madre Idea, Cibele o Ishtar/Iside, prevedeva cerimonie assai violente, orgiastiche e cruente, con danze di tratto sciamanico caratterizzate dal vorticoso girare su se stessi, dette dei demoni “Coribanti” (dal gr. korybantes = che girano su se stessi), richiamate nella narrazione di Lynch dai cd. Woodsmen, gli spiriti della Loggia nera che rappresentano il lato oscuro e selvaggio della vita animale sul nostro pianeta, la schiavitù dell’Uomo nei confronti della sofferenza e dei vincoli materiali della Terra (cfr. il volto sporco di fuliggine e Genesi 3,17-19), e presiedono al “generatore” dell’Yticirtcele, il vortice della contro-Electricity terrestre. Queste danze orgiastiche davano vita a fenomeni di estasi e trance spirituale, preludio alle attività divinatorie e ai sacrifici rituali purificatori (Cfr. https://tanogabo.com/magna-mater-cibele-la-madre-di-tutti-gli-dei e https://it.wikipedia.org/wiki/I%C5%A1tar). Le danze dei Coribanti sono oggi ancora richiamate dai danzatori asceti Dervisci (cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Derviscio). Cibele era considerata la dispensatrice di ogni sapere e conoscenza. A guidare le cerimonie in onore della dea erano sacerdoti che praticavano l’unione estatica con la dea ed il massimo distacco possibile dalle tentazioni della carne: l’evirazione. Dopo la consacrazione, i sacerdoti della dea Madre indossavano abiti lunghi tipicamente femminili, si truccavano e coloravano i lunghi capelli. Così “travestiti”, portavano le effigi della dea nei paesi della zona cavalcando degli asini e facendosi accompagnare dal suono di tamburi, corni e flauti, e dal lancio di petali di rose.
Il nome della Grande Madre deriva dal greco Kybéle = “dalla folta chioma”, con chiaro riferimento alla peluria pubica femminile da cui scaturisce, metaforicamente, anche l’iconografia de leoni dalla folta criniera associati alla dea. Celebre il “ritratto” della Madre Cibele come black fire, ossia “fuoco nero”, del pittore francese G. Courbet “L’origine du monde“. Il black fire è la più grande forza generatrice di questo mondo, è il Wormhole, il “buco nero” femminile emulato dalle orchidee del pan solitario Harold Smith, il “passaggio” della vera conoscenza, il significato e l’origine della vita e della morte tra le dimensioni di potenza e atto, idea e realtà, il profondo canale tra i due mondi di morte e rinascita, è l’Utero “Teth” (ebr. ט) che diventa Teeth, i “denti che masticano il reale”, la conoscenza di Dio. Il “fuoco nero” è però anche la più potente forza distruttrice, è vita ma anche morte, e travolge sia gli uomini (già “morti” perché incapaci di generare. Cfr. la lettera “T”, Taw = ebr. ת, sul giubbotto di Bobby Briggs, con il significato di “morte”, “fine”) che le donne stesse, spingendo l’umanità intera in una spirale vorticosa di autodistruzione che passa dalla corruzione e demolizione indistinta di tutto ciò che circonda gli individui stessi, come modalità di esternazione e condivisione dell’insostenibile lacerazione interiore che li dilania.
La narrazione di Lynch ci dimostra che chi incute paura, domina. Chi ha il potere non agisce, ma induce all’azione. E chi domina veramente non conosce incertezza, impotenza, gelosia e soprattutto l’ossessione di esorcizzare i propri “fantasmi”, perché chi insegue il controllo non ha (più) alcun potere. In un mondo veramente dominato dagli uomini, le donne sarebbero considerate quanto di più bello, unico e sacro esista e sicuramente non si userebbe mai nei loro confronti quella violenza e quel disprezzo che solo dei “servi”, “oppressi” e “deviati”, possono concepire nei confronti dei propri “padroni”. La controversa figura del personaggio di Leo Johnson, proiezione di Mike ancora succube di Judy, è particolarmente significativa in merito insieme, ad esempio, alla violenta “gelosia” dello stesso spirito Bob, al risibile edonismo narcisista del commesso Dick Tremayne (“dick” non suona esattamente come un complimento in lingua inglese) e all’infantile ingenuità dell’agente Andy Brennan (dove il nome Andrew dovrebbe paradossalmente richiamare forza e virilità). Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/L%27origine_du_monde
Log Lady (la Signora Ceppo): «When this kind of fire starts, it is very hard to put out. The tender boughs of innocence burn first, and the wind rises, and then all goodness is in jeopardy.»
«Quando si accende un fuoco simile a questo è molto difficile spegnerlo. Gli esili rami dell’innocenza bruciano per primi, poi si leva il vento e allora tutto il bene che uno ha dentro è in pericolo.»
Nella traduzione italiana si perde purtroppo il parallelismo tra log = ceppo e log(ic) lady, la “dama saggia”, che “mastica” la conoscenza (il chewingum, la gomma da masticare), una donna capace di comprendere il black fire con i suoi flussi di coscienza. Il marito della Signora Ceppo è Sam Lanterman (= uomo lanterna), morto perché “toccato dal fuoco” durante un incendio sul Blue Pine il giorno del loro matrimonio (quindi non consumato). Sam, con ogni probabilità, è il Taglialegna-coribante, il “taglia-anime” che attiva il generatore della contro-elettricità durante le riunioni sopra il Convenience Store. Come evidenziato dal personaggio di Windom Earle, proiezione di Bob, molti uomini malvagi ed assetati di potere si travestono da “dame sagge” per ingannare le masse.
Bob: «Questo è quello che voglio!» “Bad Cooper”/Bob arriva Twin Peaks alla ricerca della “Madre(-Terra)”.
Trovare “Judy” significa (tra gli altri piani di significato anche) “controllare il Tempo”. La garmombozia è “plutonio spirituale”. Anche in “Ritorno al Futuro” (di Robert Zemeckis) il plutonio è l’unico elemento capace di rilasciare una quantità di energia pari a quella del Fulmine (ossia di Bob), rendendo possibile il viaggio nel tempo tramite l’apertura di varchi dimensionali tra circolarità spazio/temporali parallele e, di conseguenza, rendendo modificabile l’immutabilità del Destino immanente ad una singola circolarità tramite la sovrapposizione di dimensioni spazio/temporali differenti. I parallelismi tra la saga anni ’80 ed i fondamentali di Twin Peaks sono innumerevoli, a cominciare dalla numerologia degli Arcani Maggiori e Minori disseminata sugli orologi, nei numeri civici e tra gli oggetti di scena a scandire la narrazione. Come ci rivela lo stesso co-autore Mark Frost, nella narrazione di Lynch l’esplosione atomica del Trinity Test ha aperto una frattura nel continuum spazio-temporale, una rottura del vaso di Pandora dell’esistenza stessa, da cui scaturiscono la storia di Twin Peaks e la lotta per un nuovo equilibrio tra gli elementi che compongono la realtà in cui viviamo. La liberazione della potenza dell’atomo ad opera dell’Uomo ha squarciato l’atmosfera e minato l’integrità del campo magnetico terrestre, che delimita e protegge il nostro “mondo”, richiamando sul nostro pianeta “essenze” ed esseri che ne erano ormai lontani, confinati in altre dimensioni dall’azione catartica degli Uomini del passato. In quest’ottica, le esplosioni delle Bombe di Hiroshima e Nagasaki, richiamate sul sito The Search For The Zone, non possono che aver acuito questo nuovo disequilibrio, da ricomporre al più presto.
Non sorprendono quindi le ricerche ed i progetti in ambito nucleare condotti da “Bad Cooper” e da Phillip Jeffries, e venuti meno proprio per la defezione di quest’ultimo, trasfiguratosi in una macchina dell’elettricità proprio nel rivendicare Bob, il Fuoco Nero dell’autoderminazione e del libero arbitrio, solo per sè. E’ infatti plausibile che, una volta “fuggito” dalla loggia, Bob/Bad Cooper abbia proprio fatto ricorso all’Urania, una combustibile per centrali a fissione atomica chiamato “torta gialla” e a base di polvere di Uranio (lett. “minerale che viene dal cielo”), in qualità di surrogato, anche a livello visivo, della garmonbozia spirituale di cui gli spiriti della Loggia si nutrono. Questo suggerisce una significativa continuità anche con il filone interpretativo “prometeico” dove, dopo il Fuoco, lo spirito del Fulmine vorrebbe donare all’Uomo la Fusione atomica e, quindi, la totale emancipazione ed indipendenza dall’Universo stesso, dalle sue leggi e dagli Dei stessi. L’energia atomica è un moderno “Fuoco” di Prometeo e l’uranio è un moderno “seme” della ruota del Sole. La “visione” atomica di TP è quindi una modernizzazione della lettura alchemica e filosofica antica della realtà umana. E’ suggestivo ricordare che, fino ad oggi, sulla Terra sono esplose 2.421 bombe atomiche, la cui somma è appunto il numero 9, l’archetipo del “passaggio” e, non di meno, immaginare che questi devastanti eventi energetici possano aver causato fratture spazio/temporali e sovrapposto dimensioni parallele attraverso “buchi” nella curva “geodetica” dell’Esistenza liberando forze ancestrali che si pensavano dimenticate (Jowday) e rompendo l’equilibrio esistente tra gli elementi, necessariamente da ricomporre e riconfigurare. Cfr. https://www.focus.it/cultura/storia/la-mappa-animata-di-tutte-le-esplosioni-atomiche
Paradossalmente, Bob è la figura più “umana” di Twin Peaks e, insieme al “nano rosso”, è forse un vero “complice” dell’Uomo e di quel suo stesso anelito di libertà che poi ne è l’eterna afflizione. Ciò che spinge l’Uomo alla conoscenza è sempre l’illusione di potersi autodeterminare, migliorare, elevare. Jeffries diventerà una macchina dell’elettricità proprio per questo, perché l’unica autodeterminazione umanamente possibile è la “fusione” con la volontà del Destino, la sua accettazione. E’ la stessa elettricità della Terra che ci “dona” l’illusione del potere sugli Elementi ma che, allo contempo, ci “condanna” all’eterno ritorno degli stessi nel nostro spazio/tempo.
La scena, in TP3, dell’agente di polizia colto da malore in seguito all’inalazione delle pungenti esalazioni del rigurgito di Bad Cooper sembra richiamare chiaramente un avvelenamento da radiazioni. Celebri sono i giacimenti di uranio (e di argento, il massimo conduttore elettrico) nelle Black Hills, in South Dakota, proprio nei pressi di uno dei principali luoghi della narrazione in TP3, ossia Buckhorn (lett. “Corno di Cervo”, la rappresentazione spiroidale dell’elettricità terrestre più volte richiamata negli ambienti scenici di TP, nonché simbolo del fuoco nero e della “ribellione” dell’autoderminazione). Lo stesso stemma della città di Buckhorn richiama “il terzo picco”, se unito ai due già presenti sull’effigie della cittadina di Twin Peaks. Cfr. https://en.wikipedia.org/wiki/Yellowcake e http://www.sapere.it/enciclopedia/South+Dakota.html
Le distinte linee temporali (della narrazione) si intersecano in una sola realtà immanente, così come scandita (nel racconto) da simboli e valori numerici cabalistici “nascosti” in elementi ai margini della scena (libri, oggetti di arredamento, etc.) o “suggeriti” dalle lancette di un orologio o dal numero civico in una via, a precorrere l’evoluzione causale e consequenziale di eventi apparentemente casuali. E’ così che destini immutabili divengono paradossalmente modificabili, nel salto dimensionale, tramite il Wormhole, tra circolarità temporali distinte ma sovrapposte. E’ quello che avviene anche in Ritorno al Futuro (Back to the Future = Il Futuro determina il Passato nella circolarità del Destino): se il passato fosse modificabile nella timeline originale, del conseguente viaggio nel tempo non rimarrebbe memoria. Cosa che, come nel torpore del risveglio, avviene solo con il pieno “switch” dimensionale al miglio 4-3-0 (Arcano Maggiore 7 – Il Carro) dopo il quale Dale e Diane “ritornano” ad essere Richard e Linda ridestati dal sogno, con la memoria e le identità che regrediscono a “solchi” nella psiche (i samskara), residui latenti, all’origine delle tendenze e degli automatismi mentali radicati a livello inconscio, per culminare nell’ormai celebre smarrimento temporale espresso nel “what year is this?” che chiude la serie. Cfr. https://www.orientespirituale.it/induismo/leggi-universali/i-samskara.html
Nell’universo rotante toroidale, detto “a ciambella”, teorizzato dal matematico austriaco K. Godel, due o più geodetiche (la curva più breve che congiunge due punti di uno spazio) di tipo tempo possono intersecarsi e/o sovrapporsi. Il termine Geodetica (Geodetics) sembra addirittura richiamare il nome della titanica Jowday (pron. “Geodey”), rafforzando il parallelismo di significato tra “trovare Judy” e “controllare il Tempo”. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Metrica_di_G%C3%B6del e https://it.wikipedia.org/wiki/Geodetica
Interessante notare come nelle linee guida del National Fire Incident Reporting System americano, il codice 430 indichi proprio la generica contaminazione da radiazioni ed il suono emesso dal grammofono e richiamato dal Fireman (lett. “il pompiere”, ossia proprio colui che estingue il Fuoco dell’esistenza, e quindi Crono, il Tempo) sia affine a quello di un contatore Geiger della radioattività. Suggestivo richiamare come la radioattività stessa possa sintetizzare il concetto di “fuoco simile ad elettricità” descritto Hawk ed “il mare di vetro e fuoco” di biblica ascendenza. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Contatore_Geiger e https://www.fema.gov/media-library-data/20130726-1859-25045-1555/nfirs__crg_07_2010.pdf
Il progetto di centrale elettrica a “fusione” nucleare visionato da Bad Cooper http://www.aerospaceprojectsreview.com/blog/?m=201309&paged=2
(12) Il mito narra che Zeus fosse innamorato di Cibele e cercasse – invano – di unirsi alla Grande Madre. In una notte di incubi angosciosi, mentre Zeus la sognava ardentemente, il suo seme schizzò sulla pietra nera di Agdos, generando l’ermafrodito Agdistis. Costei, era un essere malvagio, violento, selvaggio ed indomabile. Le sue abitudini erano di rubare, distruggere e uccidere tutto ciò voleva. Gli dei deciserò quindi di condannarla a divenire definitivamente femmina, evirandola. Dalle vicende connesse al sangue sgorgato dell’evirazione nacque Attis, “il capretto” (attagos, in frigio), fanciullo di straordinaria bellezza che la stessa Cibele porterà alla follia suonando il syrinx (lo strumento musicale, noto anche come “flauto di Pan”, suonato dal personaggio di Windom Earle), volendo essa stessa tenere per sé il “nipote” portandolo a trainare il carro del Sole. L’iconografia sopra descritta è richiamata in Twin Peaks dai personaggi della Signora Chalfont (poi Tremond come il “nipote”), nome che indica letteralmente “il pozzo della conoscenza e la fonte di tutte le guerre e le disgrazie” (dall’antico inglese “Ceadeles Funta” = Chad’s well = “il pozzo di Chad”) e che non a caso fornirà a Laura Palmer un “lasciapassare” (wormhole) per la Loggia Nera (il quadro con la stanza del One Eyed Jacks, il luogo della “mercificazione” del potere del fuoco, riconoscibile dalla carta da parati floreale); del “nipotino” Pierre (da Petrus = Pietra) Tremond (da Tremont, in francese “dei 3 picchi”) che non a caso indossa una maschera caprina, ha le movenze di un “fauno” (cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Fauno) e cela una scimmia nera come personificazione del lato oscuro e folle degli esseri umani (personaggio, tra l’altro, interpretato dal figlio stesso del regista David Lynch); e di Red/Richard Horne (the Kid), contrario ed opposto di Pierre, il criminale e spacciatore della droga sparkle (in inglese = “luminescenza”, forse derivata dalla folgorite, cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Folgorite) che Bob chiama “figliolo” il quale, nella terza serie, troverà la morte proprio su di una roccia che appare come colpita da un fulmine. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Agdistis e https://it.wikipedia.org/wiki/Attis).
Interessante il possibile parallelo con il demone mutaforma denominato dal “popolo” Navajo/Dinè Yenaldooshi (Skinwalker = “Colui che cammina nella pelle” e lett. “con esso, cammina su tutte e quattro”): uomini o donne anziane e sterili, sacerdoti del caos e della discordia che possono tramutarsi in lupo, cervo, corvo, gufo o anche in palle di fuoco sfreccianti nel cielo, devoti al deliberato sovvertimento dell’hozho, un’armonia che deve regnare tanto nel mondo naturale, quanto all’interno della comunità e dei singoli individui. Cfr.: https://axismundi.blog/2017/11/30/yenaldooshi-lo-skinwalker-mutaforma-del-folklore-navajo
(13) Da notare come i precedenti proprietari della casa dei Palmer fossero state proprio le famiglie Chalfont e Tremond.
Attis, infatti, è l’emanazione del seme del dio del Fulmine, la pura proiezione dei suoi istinti più viscerali. In esso si concretizza il paradosso descritto nel mito greco, quello della Grande Madre che concupisce il suo stesso figlio al fine di generarlo, manifestando la contraddittorietà del Tempo del Fuoco autoreferenziale della Terra, che è un tempo infinitamente “finito”, che si ripete sempre uguale a stesso in un loop circolare inestricabile, nell’espressione di quell’innato afflato di necessaria “ribellione” contro le leggi stesse del divenire del Cosmo che, a sua volta, fa si che nell’Universo tutto si trasformi proprio perché tutto tenta istintivamente di conservarsi (Primo Principio della Termodinamica)
Allo stesso modo, Pierre è il “prototipo” dell’ospite di Bob, ossia “l’uomo che si nasconde dietro la maschera”. Ben può essere Pierre una rappresentazione archetipica del padre di Laura Palmer, Leland (Cfr. Aradia, libro scritto nel 1899 da Charles Godfrey Leland https://it.wikipedia.org/wiki/Aradia,_o_il_Vangelo_delle_Streghe), come di tutti i Robertson, ossia gli esseri umani destinati a divenire incarnazione dello spirito del Fulmine nelle sue scorrerie terrene, nei suoi “sogni”. Pierre è il vero assassino, l’autore dei biglietti ottenuti sui frammenti del diario di Laura («j’ai une âme solitaire»). Rhea ingannò Crono facendogli divorare una pietra (=un osso della Terra, ossia gli esseri umani) consentendo a Zeus di detronizzarlo. Pierre, infatti, studia anche per diventare “mago”, ossia per diventare l’agente Cooper capace di divinare il Fuoco, così come è già stato Gordon Cole e Phillip Jeffries ed ogni “cercatore” della Verità che ha “sognato” di comprendere la realtà. Un interessante parallelo in merito può sorgere con il film Edge of Tomorrow di Doug Liman, dove l’aggressività irrazionale animata dalla paura ed il “sogno” dell’autodeterminazione tramite il controllo del tempo vengono utilizzati da una specie di alieni, tra l’altro visivamente “elettrici” e “spiraloidi”, per ingannare gli esseri umani, offuscarne l’intuito ed il talento e spingerli alla sconfitta tramite mosse avventate. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Edge_of_Tomorrow_-_Senza_domani. Fondamentale è poi ricordare che fu proprio con l’inganno del cavallo che gli “occidentali” Greci espugnarono Ilio (= Troia), la città del Sole. E Twin Peaks ci narra proprio la guerra tra la Luce solare e l’Oscurità terreste. Il cammeo dell’ingenua Lucy (= Luce) che spara al “malvagio” Bob, poi finito dal pugno destro di Freddie Sykes, non è certo casuale.
La differenza di forma tra la “bacchetta” magica di Pierre (1 testa – ז = “arma”) e quella del The Jumping Man (2 teste – ץ = “oscurità e spazio/tempo”) rappresenta i lati “maschile”e “femminile” (funzionalità ed autoreferenzialità) della “conoscenza” e si ricollega al richiamo biblico di cui alla nota (15). Non sorprende, quindi, che Pierre appaia mascherato solo dinanzi ai Palmer, come se loro potessero riconoscerlo. E non sorprenderebbe se Leland Palmer, fosse in realtà il figlio della Signora Tremond (reale) proprietaria della casa dei Palmer a Twin Peaks, cui uno smarrito agente Cooper, nel finale, introduce Carrie Page, la futura Sarah Palmer (Il nome Carrie = Caroline = Sarah = Ester = Ishtar, “Principessa” o “Regina”, ma anche “Stella”). Ed un frastornato Maggiore Briggs dirà alla stazione dello sceriffo: «Protect the Queen!» «Proteggi la Regina!»
(14) La figura del “pozzo dell’acqua della conoscenza rivelata”, palese allusione di natura sessuale, come metafora dell’imposizione di un inganno “visivo” nei confronti dell’occhio fallace degli esseri umani (il celebre “cavallo” concepito da Odisseo e la figura del cavallo “Kelpie”, cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Kelpie, il demone di fiume scandinavo che inganna i malcapitati), rappresenta l’origine di tutti i mali è profondamente connessa alla mitologia dell’albero cosmico della vita, il frassino Yggdrasill della mitologia norrena. La seconda radice dell’albero cosmico giunge infatti verso il mondo dei Giganti e arriva alla fonte della sapienza e della conoscenza che attinge le sue acque direttamente dalla Via Lattea. Lo stesso Odino chiese di bere un sorso d’acqua tratta da quel pozzo, ma dovette lasciare in pegno il suo occhio. La realtà è un “sogno” ad occhi aperti e, per svegliarsi, è necessario chiudere gli occhi e rinunciare alla visuale “duale” sdoppiante. Cfr. http://bifrost.it/GERMANI/2.Cosmogonia/06-Yggdrasill.html Interessante notare come la cosmogonia norrena non fosse ancora transitata nel Regno del Fulmine alla pari dei Greci. Il dio Thyr/Thor (= Zeus) era ancora “solo” uno dei figli del Gigante Odino, il figlio del “One eyed Jacks” ossia “il Pastore con un occhio solo” (= Crono, il Tutto del Tempo) Padre degli dei nel mito norreno.
«This is the water. And this is the well. Drink full and descend. The horse is the white of the eyes and dark within.»
«Questa è l’acqua, e questo è il pozzo. Bevete a fondo e calatevi. Il cavallo è il bianco degli occhi e scuro all’interno.»
L’Uomo vaga ormai nell’oscurità di una conoscenza ingannevole e, comunque, umanamente ingestibile. L’acqua è la conoscenza del Tempo e dello Spazio (Wotan = Odino/Crono = Acqua). L’Essere Universale e “diffuso” nel Tutto è, all’occhio parziale dell’Uomo, un non-Essere e quindi, come ci insegna Platone, rimane inconoscibile ed imperscrutabile (ma intuibile) agli esseri umani. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Mito_della_caverna
(15) Il Diario segreto di Laura Palmer, di Jennifer Lynch, rivela che Laura era incinta di Bob. Secondo il mito, il figlio avuto da Teti avrebbe detronizzato il proprio padre Zeus ponendo fine al Regno del Fulmine. La sua nascita doveva quindi essere evitata. Cfr. https://andreaibbamonni.wordpress.com/2016/05/20/il-diario-di-laura-palmer
(16) Il nome “Laura Palmer” richiama etimologicamente l’alloro e la palma, simboli di equilibrio e pace sacri ad Athena, la dea “nata dalla testa di suo padre”, come dea della Ragione e della Vittoria e come rappresentazione sincretica di precedenti simbolizzazioni del martirio e della rinascita. Affascinante è, inoltre, la corrispondenza nell’ebraico biblico tra la parola “alloro” = ארז (erez, anche “frassino”) e la “Madre Terra” = ארץ (Eretz), ossia tra Laura Palmer e Judy (Joudy). Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Atena Il personaggio di Laura Palmer incarna anche la “Speranza”: «I am dead yet I live.» «Sono morta, ma vivo.» La Speranza (in greco antico ἐλπίς, Elpìs) non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso di Pandora venisse chiuso di nuovo, condannando l’umanità ad una vita di sofferenze per volere di Zeus. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Vaso_di_Pandora
Interessante anche il parallelo con il mito della resurrezione dell’Araba Fenice e, di conseguenza, con la fede cristiana. Il nome “Fenice” (dal latino phoenixe dal greco ϕοῖνιξ significa “palma” e, a sua volta, deriva dal greco φοινός, finòs, “rosso sangue”. Proprio come il Sole, che è sempre uno e lo stesso, ma risorge solo dopo che il Sole “precedente” è tramontato, la Fenice è semper eadem, sempre la medesima. Cfr. https://psicologiaalchemica.wordpress.com/simboli-e-significati/la-palma-e-la-fenice-martirio-vittoria-e-resurrezione-ii Nell’ermetismo alchemico la dicitura “I.N.R.I”, Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum, diviene Igne Natura Renovatur Integra, “attraverso il fuoco la natura si rinnova integralmente”. La Pietra Filosofale (il celebre monolite elettromagnetico di 2001: Odissea nello Spazio di Kubrik) è proprio la materializzazione del Fuoco Nero della vera “autoderminazione” e della Rinascita “consapevole” della “via” alchemica, attraverso la consapevolezza della Morte, sia come possibilità di infliggere morte (la scoperta dell’osso come arma per uccidere) che come destino di fine e resurrezione di ogni essere umano (la pietra che accompagna il decesso dell’esploratore spaziale e l’arrivo immediatamente successivo del nuovo feto sulle Terra).
Laura rappresenta anche l’oro alchemico (Aurum), sintesi degli elementi ed equilibrio tra Electricity e Yticirtcele.
(17) “Mike”, ossia Michael = “colui che è come Dio”, il doppio dello stesso Gigante, Crono, il “Fuochista” (una traduzione forse impropria dell’inglese Fireman, che marcatamente richiama “colui che spegne il Fuoco” piuttosto che alimentarlo, ossia Crono, il “Tempo”.). Si tratta della personificazione narrativa di fenomeni atmosferici elettromagnetici connessi al brillamento solare e all’esplicarsi delle forze terrestri rifrattive di polo negativo. Cfr. https://www.intell-attuale.it/the-man-from-another-place
(18) Mike è Giapeto/Loki, la “Fiamma” (cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Giapeto_(mitologia) e https://it.wikipedia.org/wiki/Loki_(mitologia)), Il dio/Titano “cugino” del dio del Fulmine, l’Uomo primigenio e multidimesionale, simile agli Dei, che proprio dal “Fuoco della Terra” si fa però trascinare nell’inganno dell’autodeterminazione teso dalla Madre “Judy” (Joudy), per poi pentirsi amaramente di tale afflato di ribellione nei confronti delle Leggi immutabili del Cosmo. Dalla mutilazione punitiva auto-inflitta del Braccio sinistro, quello più vicino alle energie negative provenienti dalla Terra, quello con il “doppio” tatuaggio Mamma/Fuoco cammina con me, nascerà però “l’Uomo da un altro posto”, un uomo “minore”, unidimensionale, furbo ed impaziente come un eterno infante e totalmente avvinto dal legame degenere con la Madre Terra ed i suoi vincoli materiali, tanto da divenire espressione diretta delle sue energie distruttive più profonde. Si pensi al The Jumping Man, il Ba’al dei Sumeri evocato nel Final Dossier, il lato maschile, il minus di Jowday, doppio del “Nano rosso”, evocato dal “dito medio” di Laura Palmer che ritroviamo sulla sua maschera, il Titano del Tartaro, lo “spirito” del Centro della Terra che si “incarna” in Carrie Page facendola diventare Sarah Palmer (I nomi Carrie/Caroline = Sarah significano “principessa”). Quello che scopriremo essere il “Folletto Rosso”, è in realtà proprio Prometeo, figlio di Giapeto, il “preveggente”, o meglio “l’istintivo”, colui che rubò il Fuoco agli dei, sottraendo semi di fuoco (la Garmonbozia) al carro del Sole e portandoli sulla terra nascosti nel cavo di un gigantesco gambo di una pianta selvatica di colza (in inglese “Cole“, come il cognome di Gordon, l’alter ego di David Lynch in persona). Prometeo pagherà caro il suo affronto e gli dei si riprenderanno la Garmonbozia (= lett. Ambrosia, nettare armonico) dal suo fegato infliggendogli un terribile ed eterno supplizio (chiaramente richiamato dalla celebre scena nel finale del film Fire Walk With Me, dove il duo Bob/Leland è chiamato a “restituire” la Garmonbozia, estratta proprio dal fegato del padre di Laura, ad una rinnovata unione tra Mike ed il Braccio). Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Prometeo
(19) Il dio del Fulmine fece incatenare Prometeo, nudo, nella zona più alta ed esposta alle intemperie dei monti del Caucaso. Inviò poi un’aquila perché gli squarciasse incessantemente il petto e gli divorasse quotidianamente il fegato (che puntualmente gli ricresceva durante la notte) giurando di non liberare mai più il titano dalla roccia.
Il fegato, nell’antica cultura greca, è la sede dell’anima. E’ l’organo che “umanizza” il cibo e lo rende assimilabile dal corpo umano, insinuandosi tra l’intestino e il cuore. E’ la sede dell’elemento LEGNO, il tramite tra l’ACQUA e il FUOCO. E’ la proiezione della parte più profonda e segreta della psiche. E’ l’incarnazione stessa dei “semi di Fuoco” rubati alla Ruota del Sole, metafora dell’ingegno e dello stesso animo umano. Il fegato è l’unico organo capace di rigenerarsi, di contrastare lo scorrere del Tempo, di “ribellarsi” alla mortalità a cui gli dei hanno condannato gli Uomini sulla Terra. Non a caso Laura, parlando di Bob a Harold Smith, rivela che «c’entrano gli alberi» (Cfr. The Log Lady, la Signora Ceppo: «My log does not judge!» «Il mio ceppo non morde!»). Lo stesso Cooper, rivolgendosi ad Annie: «La tua foresta è così bella e tranquilla», ma lei: «In parte è stata incendiata. Ho cercato di mettere nuove piante ma non hanno attecchito. Ogni foresta ha le sue zone d’ombra». Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Fegato Se nel simbolismo di Lynch gli alberi del bosco sono, dunque, le anime degli uomini, immediato è il collegamento alla “pigna”, che ne è l’origine. Il simbolo della pigna è il simbolo della Ghiandola Pineale (epifisi), la ghiandola del cervello regolatrice del ritmo circadiano luce/buio e sogno/veglia tramite la secrezione dell’ormone melatonina. Dal punto di vista filogenetico, la ghiandola pineale deriva da cellule fotorecettoriali sensibili alla luce e capaci di generare un impulso “elettrico”, da cui deriverebbe anche l’associazione di tale organo al terzo occhio spirituale e all’Occhio di Horus, incastonato, a sua volta, nella struttura base del cervello, quella “rettiliana”, richiamata dal simbolismo del Falco di Horus (così simile alla simbologia del pettirosso della sigla di Twin Peaks, per Lynch segno di “amore” e “volontà” con in THELEMA). E’ quindi possibile associare all’epifisi anche l’Occhio di Shiva della tradizione induista, ipotizzando che il corpo pineale dell’uomo moderno sia quindi una traccia atrofizzata e “dormiente” di questo organo della visione spirituale. La tradizione esoterica orientale, inoltre, associa il colore viola (caratterizzante, non a caso, le scene più oniriche di Twin Peaks, come quelle che vedono Diane trasfigurata, “anagrammata” e privata della vista nelle vesti della tulpa Naido) a tale ghiandola interna del cervello proprio perché questa sarebbe lo “strumento” psichico della percezione extra-sensoriale, capace di recepire la totalità della luce fino alle frequenze dell’ultravioletto. Cfr. http://www.leviedeldharma.it/sahasrara-il-settimo-chakra. Interessante la visione cartesiana, che individua in questa ghiandola la principale sede dell’anima in quanto parte del cervello in cui si concretizza la sintesi della generale doppiezza che caratterizza l’anatomia cerebrale e sensoriale dell’Uomo e, di conseguenza, la psiche umana. Concludeva Cartesio: Mi sono convinto che l’anima non può avere in tutto il corpo altra localizzazione all’infuori di questa ghiandola, in cui esercita immediatamente le sue funzioni, perché ho osservato che tutte le altre parti del nostro cervello sono doppie, a quel modo stesso che abbiamo due occhi, due mani, due orecchi, come, infine, sono doppi tutti gli organi dei nostri sensi esterni. Ora, poiché abbiamo d’una cosa, in un certo momento, un solo e semplice pensiero, bisogna di necessità che ci sia qualche luogo in cui le due immagini provenienti dai due occhi, o altre duplici impressioni provenienti dallo stesso oggetto attraverso gli organi duplici degli altri sensi, si possano unificare prima di giungere all’anima, in modo che non le siano rappresentati due oggetti invece di uno: e si può agevolmente concepire che queste immagini, o altre impressioni, si riuniscano in questa ghiandola per mezzo degli spiriti che riempiono le cavità del cervello; non c’è infatti nessun altro luogo del corpo dove esse possano esser così riunite, se la riunione non è avvenuta in questa ghiandola. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Ghiandola_pineale
Annie Blackburn: «I’d like to quote these words from Chief Seattle, leader of the Suquamish tribe: “Your dead are soon forgotten and never return. Our dead never forget the beautiful world that gave them being. They still love its verdant valleys, its murmuring rivers, its majestic mountains”. When the last red man has vanished from this earth, these forests and shores will still hold their spirits. For the Indians love the earth as a newborn loves its mother’s heartbeat. Why have we all lost touch with this beauty? Maybe saving a forest starts with preserving some of the feelings that die inside us every day…those parts of ourselves that we deny. For if we cannot respect that interior land, then neither can we respect the land we walk. So let us, in walking gently upon the earth, leave behind a simple legacy: that we’re new warriors, mystic warriors, who love the earth, and try to save it.»
Il Maestro Lynch ci introduce anche il braccio “destro” di Mike, Epimeteo, fratello di Prometeo, “colui che ha solo il senno di poi”, personificato nella terza stagione della serie da Charlie, il “piccolo uomo” marito della moderna “Pandora” Audrey Horne, il quale, non a caso, si presenta dichiarando di non avere “la sfera di cristallo”. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Epimeteo_(mitologia) e https://it.wikipedia.org/wiki/Pandora
Interessante è l’associazione tra l’Arcano Minore della Regina di Quadri e Audrey Horne. La regina di quadri rappresenta una donna potente e negativa, che cerca sempre di imporre il proprio controllo. Nell’ambito materiale, indica un rapido e discutibile arricchimento, spesso associato allo sfruttamento dei piaceri mondani.
Lo stesso agente Cooper appare come Re di Picche/Spade (Cfr. il Re ed Io): un uomo maturo che rappresenta un conflitto di interessi, una lotta interiore o contro ostacoli esterni.
(20) Il Destino è la circolarità palindroma che esprime in chiave temporale, causale e teleologica (e quindi in relazione alle capacità e modalità di intendimento e percezione dell’infinito da parte di esseri “finiti” quali siamo) l’eterogenesi in presupposti, fatti e modalità di azione/reazione di ogni elemento integrante la struttura dell’Essere, nel multiforme ricorrere archetipico della sostanza universale sempre uguale ed immanente a se stessa. La Volontà immutabile di Dio, motore immobile del divenire Universale, si articola in coppie di interlocuzione dialettica polarmente opposte e nella consustanziale sintesi di tesi e antitesi ontologicamente interdipendenti proprio perché funzionalmente idiosincratiche. Ciò implica che non esista alcunché al di fuori della volontà di Dio, visto che questa ricomprende ed implica tutto ciò che esiste e che non esiste, e conseguentemente se stessa ed anche la propria negazione.
E’ infatti essenziale, in tal ottica speculativa, cercare di intuire Dio sia come Tutto, ossia “0”, che come “1”, le molteplici e contrapposte singolarità immanenti in cui si articola il Tutto che, a sua volta, le trascende (interessante, inoltre, l’emergere di un codice binario “0-1” anche in questa circostanza). Dio può ogni cosa come Tutto e non può nulla nelle diverse singolarità che della “potenza” sono “atto” in essere e/o divenire. Dio vuole ogni cosa come Tutto e non vuole nulla nella veste delle singolarità che emergono solo in quanto e come “volute”, “concepite e “prefigurate” dal Tutto di cui sono particelle costitutive e che dunque possono solo dare corso alla volontà superiore che le pervade ed informa. Dio è Tutto ed il contrario di Tutto, materia ed anti-materia, ogni cosa e Nulla. Tutto è in moto immobile ed in divenire dialettico consustanziale: ciò che appare in movimento è, in realtà, fermo e ciò che deve divenire, invece, è già avvenuto e sta già avvenendo.
Le antiche sapienze, infatti, ci rivelano che Tutto è Volontà di Dio, anche il Suo contrario, in ogni sua articolazione e specificazione. Dio è il culmine dell’Essere ed è alternativo a Se Stesso. Le coppie dialettiche contrapposte in cui si articola la Volontà consustanziale alla Struttura di Dio sono sempre sia reciprocamente sia universalmente necessarie e funzionali a livelli di significato sia immanenti sia trascendenti alle loro singole manifestazioni fenomeniche di sintesi. Ogni cosa ha un valore in sè ed oltre il Sè. La stessa “medaglia” ha sempre due facce.
Il Destino discende quindi dalla stessa sostanza onnisciente, onnipotente, onnipresente ed eterna di Dio e ne costituisce strutturalmente le ineludibili manifestazioni immanenti così come espresse da ognuna delle ipostasi del divino (dei, angeli, santi, corpi celesti, natura, esseri umani, etc.).
Non certo per caso, nella mitologia greca, il dio del Fulmine era impotente dinanzi al volere delle tre Moire, le figlie dell’imperscrutabilità della Notte, dello spirito informante di Dio che aleggia sulle acque del Caos primordiale, nel loro inflessibile tessere (Luce), determinare (Spazio/Tempo) e recidere (Oscurità) l’esistenza contingente di ogni cosa come momento puntuale inglobato funzionalmente nel tempo infinito del Tutto. E il viatico per l’acquisizione di una nuova consapevolezza passa proprio per il tramite della dissimulazione della primigenia struttura “bicamerale” della mente umana, esplicitamente richiamata dal mito greco. Una struttura cerebrale “una e trina” basata sulla coscienza superiore (emisfero destro) dell’autocoscienza pragmatica (emisfero sinistro) delle istanze riflessive intrinseche ed istintive (cervello “base” rettiliano) della Vita. Quella struttura che consentiva il rapporto “diretto” dell’umano con il sovraumano, di percepire Dio come una “voce” immanente e l’Uomo stesso come elemento della sinfonia dell’Essere prima che, come sembra, una maggiore interconnessione tra gli emisferi determinasse l’emergere di una singola coscienza speculare ed autoreferenziale, “ossessionata” da se stessa e dal delirio del controllo del mondo circostante come esclusiva proiezione esterna del Sè. Prima che Eva cogliesse la “mela” del giudizio dall’Albero della Conoscenza del Bene e del Male e condannasse l’Umanità a vagare disorientata nell’impressione soggettiva, e quindi emotiva e sempre manipolabile, di se stessa. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Il_crollo_della_mente_bicamerale_e_l%27origine_della_coscienza
La sapienza dell’Eletto è, infatti, la Cabala (in ebraico קַבָּלָה = Qabbalah, cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Cabala_ebraica), ossia la consapevolezza salvifica di questo retaggio e l’accettazione della Verità dell’Intelletto “ad immagine e somiglianza di Dio” oltre il velo fuorviante di quella percezione esclusivamente sensoriale ed egocentrica che condanna ineluttabilmente le moltitudini umane a consumarsi come “carburante universale”, come “cibo degli spiriti” (cfr. la Garmonbozia nella narrazione di Twin Peaks), nell’ossessione autoreferenziale del potere, nell’illusione del controllo ed in tendenziose e parziali convenzioni sociali poste dai “monopolisti della forza” (violenta, economica o morale che sia) a strenua difesa di uno status quo assiologico che pretende di sostituirsi completamente a Dio nella produzione della Realtà. La vera conoscenza, infatti, è solo di ciò che comprende ed ingloba ogni cosa e, di conseguenza, compete solo a Dio e deriva solo da Dio. Il Destino dell’Eletto è divenire quindi ipostasi ed attore integrante del divino, sua allocazione al contempo noumenica (Idea) e fenomenica (Fatto), “Santo” depositario ed intercessore della Grazia, innalzato proprio perché capace di riconoscersi “ultimo”, rinnovata sintesi di potenza e atto e sinolo di materia e forma nella dimensione dell’Uomo, che in simbiosi con l’Universale, e solo in ragione di Esso, crea le proprie ed altrui sorti determinando il bilancio dell’Essere proprio tramite la totale rinuncia all’affermazione autocentrica del Sè. Ed è tramite il “miracolo” che l’Eletto esprime la capacità dell’Uomo di essere artefice del proprio Destino divenendo “polo” immanente del divenire universale, proprio perché predestinato ad essere tale e ricomponendo, in tal modo, ad unum i termini dell’antitesi dialettica. Da qui anche il valore della “preghiera”, come espressione della capacità di Dio di cambiare se stesso pur non cambiando mai. «Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.» (Luca, 11:9-10)
E’ per questo che l’invocazione FUOCO CAMMINA CON ME, se da un lato richiama il folle e distruttivo afflato dell’autodeterminazione egoistica del proprio destino (one chants out), dall’altro non significa altro che “Mio Dio, rimani con me! Tienimi al tuo fianco!” (one chance out).
Paradossalmente, l’Uomo diventa fautore del suo Destino proprio quando rinuncia ad ogni effimera pretesa di esserlo, divenendo Fuoco nel Fuoco (ebr. יהשה = “Agnello” = “Lascia che sia”). Colui che è capace di “aprire gli occhi” vedrà così il futuro e “vedere il futuro” come causarum cognitio è l’unico viatico per modificarlo. Anche per questo l’unico uomo “libero” è colui che è consapevole e cosciente di dover ineluttabilmente morire, che ogni suo atto di vita è funzionale al sopraggiungere del momento della morte, come anche che è proprio quest’ultima a renderlo vivo.
Nella narrazione di Lynch il “Sognatore”, come una “stella” che vibra all’unisono nella sinfonia della Luce di Dio, è la sorgente dell’intera realtà in cui tutti viviamo, che è manifestazione fenomenica di tutte le sue idee e desideri. E’ però necessario che “il Sognatore” non dimentichi mai la saggezza dell’Accettazione. L’assenza di paura (atarassia, dal greco antico, ἀταραξία = “assenza di agitazione”, ossia il contrario di “Let’s Rock!“) ed il totale abbandono del Sè nella Gloria dell’Universale, rimangono condizione fondamentale affinché il “sogno” non si tramuti in un terribile “incubo”, aprendo le porte della realtà degli esseri umani all’eterno riemergere dei demoni del profondo, che nascono dai vincoli materiali della condizione umana e dalla sua dilaniante sofferenza, e della demenza ipocrita che, al contrario, scaturisce dal “senso di colpa” di un’immeritata agiatezza.
Sul tema “esoterico” dell’eterogenesi della realtà collettiva come produzione “onirica” individuale dell’Eletto come ipostasi del divino, del mondo come trasposizione fattuale della visione mistico-ideologica dei Potenti e dell'”uomo comune” come comparsa strumentale in un “sogno” altrui, è interessante la narrazione dello scrittore Michael Crichton proposta nel film “SFERA”. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Sfera_(film)
(21) Il “poema” declamato dall'”Uomo senza un braccio” continua:
«We lived among the people.
I think you say, convenience store.
We lived above it.
I mean it like it is… like it sounds.»
«Noi vivevamo tra la gente.
Tu lo chiameresti un negozio conveniente.
Noi ci vivevamo sopra.
Voglio proprio dire proprio questo, letteralmente»
E’ una velata critica al sistema mercificante, parassitario e speculativo del capitalismo moderno ed ai suoi spietati “padroni”, ben rappresentate dallo speculatore senza scrupoli Benjamin Horne. Tutto ciò richiama le vittime inermi mietute dalla violenza, dalla menzogna e dall’ipocrisia del Sistema (occidentale) e delle costruzioni sociali che ha generato, ben celate dietro il falso ordine morale scandito dalla razionalizzazione, automazione e, sostanzialmente, de-umanizzazione del ciclo produttivo (cfr. sigla di Twin Peaks) e dell’esistenza stessa.
(22) Nell’opera di Lynch il Caffè è “Elettricità” sintetica, identica a quella che si articola nei diversi stati di energia e materia nella sintesi tra gli elementi alchemici.
(23) Il sogno continua e l’agente Cooper si ritrova invecchiato di 25 anni, seduto in una misteriosa stanza avvolta da tendaggi rossi dove incontra un “folletto rosso” che balla e parla al contrario. Nella stanza compare inoltre quello che sembra lo spirito “senza tempo” di Laura Palmer, che, avvicinatosi a Cooper, lo bacia sulle labbra. “Laura” gli sussurra poi nell’orecchio il nome del suo “assassino”, lasciando Cooper nello sgomento: nel finale, infatti, si scoprirà che è stato lo stesso Cooper (o meglio il suo omologo dimensionale Richard), inconsapevole “Giuda” traditore, a condurre la madre Carrie/Sarah dagli spiriti dai quali Laura sarà perseguitata ed infine uccisa a compimento del suo ineluttabile destino di vittima sacrificale. Interessante a riguardo la divisa da bowling di Bobby Briggs recante le scritte “Richard/Dick Guilty 4 Plus 1“.
Tutti i personaggi della narrazione sono doppi o emanazioni “umane” dei personaggi della Loggia chiamati a reiterare sempre lo stesso ruolo in una realtà “spiraloide”, ossia circolare ma cangiante, uguale ma sempre diversa. Una realtà che solo il Mago può vedere, mentre il resto dell’umanità vaga nell’oscurità accecata da una visione “invertita” del reale (il colore delle lenti degli occhiali, non a caso, dell’inetto, egocentrico ed indolente Dr. Jacoby è inverso rispetto alla “funzione” esoterica del rispettivo occhio) o addirittura dalla totale incapacità di cogliere la verità del lato “sinistro”, connesso alla conoscenza delle forze terrestri (come nel caso dell’orbità dell’ingenua e primitiva Nadine, privata dell’occhio sinistro dal suo stesso amante ed il cui nome in lingua russa richiama la Speranza). In realtà, Sarah/Carrie e Laura sono la stessa persona. Sarah è Carrie così come la macchia solare è l’alter ego, il “doppio” del Brillamento solare, così come il buio è l’alter ego della luce e così come la morte è l’alter ego della vita. La macchia solare è l’emanazione della “danza” del Jumping Man, di Ba’al (il Centro della Terra che “balla”) ed è consustanziale alla “eruzione” del Sole. L’agente Cooper, nella Loggia, incontra Carrie Page, non Laura. David Lynch ce lo suggerisce con i continui cambi di acconciatura dello spirito biondo della Loggia, che non a caso esce di scena sempre in un fascio di Luce. Laura è un’emanazione del Brillamento solare, di Theia Eurifessa/Tanit, una “copia” di Carrie, è una personificazione dell’Aurora (Eos, in greco Ἠώς, non a caso presentata come cugina del “Folletto Rosso”/Prometeo e cugina/sorella di Madeleine (Magdalena e sorella del Sole Eliòs Ἥλιος = la Pietra, ossia ancora una personificazione della Luna) la Luce del Sole, la “bomba atomica” inviata dal Gigante del Tempo ad irrompere nel “sogno”, a spezzare la pseudo-realtà autoreferenziale creata dal campo magnetico della Terra e ripristinarne l’armonia e l’unità con il cosmo. Ma Afrodite punì l’Aurora sua rivale per aver amato Ares, condannandola ad essere corrotta di continuo dalle passioni dei comuni mortali. E sulle vulnerabilità di essere umano, adolescente e donna di Laura, sulla suscettibilità all’anello del Potere e alla “catenina” con il cuore spezzato, che la Madre costruirà la sua vendetta. Laura “deve” morire, il Regno del Fulmine è in pericolo. O meglio, Laura non può “essere salvata”. Qui Laura è anche il turkey jerky, il tacchino “stupido” che avrebbe potuto volare ma che vi ha rinunciato sopraffatto dal vizio (Huxley A., Ritorno al mondo nuovo, 1958). Bob deve diventare Laura “a costo di ucciderla” per riaffermare il potere della Madre e la stessa Laura è pronta a morire, anzi anela la morte, pur di non consentire a Bob di impossessarsi definitivamente di lei, insinuandosi una volta per tutte nelle vulnerabilità del suo spirito e del suo corpo. Neppure il più illuminato tra gli uomini può salvare Laura dal suo ineluttabile destino e pensare di evitare la sua morte significa solo “riavviare” la realtà a prima che tutto ciò accada e contribuire amaramente a che tutto ciò si ripeta determinando addirittura assetti del “reale” peggiori dei precedenti. Nulla descrive il delirio ideologico del nostro tempo meglio di queste parole. Il campo magnetico Sole-Terra trova sempre il suo equilibrio, così come il Bene ed il Male. La storia della ragazzina che viveva in fondo alla strada non è mai finita e si ripete nel tempo, deve ripetersi nel tempo sempre uguale a se stessa, con “martiri” sempre diversi. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Brillamento
Esplicito il richiamo all’Arcano Maggiore 1, il Mago divinatore degli Elementi e dell’Infinito.
(24) La Red Room è l’anticamera dell’Ade (il “mondo dei Morti”, il “Pesce” della simbologia ebraica che ricorre visivamente in tutta l’opera di Lynch), poiché tutto proviene dal Sole e tutto vi ritorna. L’anticamera della Loggia è un luogo di passaggio, «tra questo mondo è l’altro». Il suo ingresso è GLASTONBURY GROVE, il leggendario luogo di sepoltura di Re Artù, il varco dove il passato, il presente ed il futuro si fondono nell’essenza sincretica delle idee atemporali. La Red Room è un luogo dove l’ultraterreno può essere ancora “percepito” nelle forme umane per poi divenire etereo ed imperscrutabile nel vuoto delle stanze adiacenti, una volta dipanate le purpuree tende separatrici. La mente umana, nell’espressione dei più grandi tra gli esseri umani (il Mago = “colui che è capace di divinare le fiamme del Fuoco”), può solo intuire ciò che la trascende. Essa è ad immagine e somiglianza di Dio (Genesi 1:26-27), è recettiva e riproduttiva della struttura intrinseca all’Essere Universale dalla quale essa stessa discende, ma non è “divina”. La mente dell’Uomo, infatti, è sempre e comunque soggetta al Tempo, anche quando non corrotta dai vincoli della materialità e non sedotta dalle effimere velleità di autoderminazione nei confronti all’immutabilità autorefenziale del volto eterno di Dio. Il “peccato” di Ulisse (Inferno, Canto XXVI) è, in fondo, proprio il voler seguire virtute e canoscenza, ossia inseguire quel naturale istinto di negare ed elevare la propria Natura che, nella sua indissolubile contraddittorietà, più di ogni altra cosa caratterizza l’umanità stessa. La Loggia, quindi, è un luogo senza Tempo perché è il non-luogo di tutto il Tempo. La Loggia è il regno del padre Crono senza il filtro della madre Rhea. Nel mondo degli esserei umani “tutto scorre” (= Pánta rheî, in greco antico πάντα ῥεῖ). Nella Loggia, invece, tutto è fermo e compiuto in un Tempo assoluto e palindromo che si esplica nella contemporaneità di tutti i suoi momenti. Cfr. http://digilander.libero.it/VNereo/lacolomb.htm
GALLERIA:
Sunspot Prediction for Solar Cycle 24 (Revised Jan. 2015): triple solar twin peaks
Chi è dunque la Madre degli Dei? È la sorgente degli dei intelligenti e demiurghi che governano le cose visibili, la genitrice e allo stesso tempo la sposa del grande Zeus, grande dea venuta all’esistenza subito dopo e insieme al grande demiurgo.
È la signora di ogni vita, causa di ogni generazione, che (oziosamente) porta a compimento nella quiete ciò che è fatto, partorisce senza dolore ed è demiurga col padre di ciò che esiste, è la vergine senza madre, il cui trono è in comune con quello di Zeus, ed è effettivamente la madre di tutti gli dei.
Infatti avendo ricevuto in sè le cause di tutti gli dei intelligibili sovracosmici, divenne la fonte degli dei intelligenti. Questa dea….è anche provvidenza.»
(Inno alla Madre degli dei. Giuliano Imperatore detto l’Apostata, 331-363 d.c.).
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NdR. Si ringraziano gli utenti del gruppo Facebook “Esplorando Twin Peaks 2017″, ed in particolare l’Amministratore del gruppo – Cosmo Tecnezio, per la condivisione di materiale tematico e illustrazioni. Tutti gli appassionati dell’universo dell’opera di David Lynch sono caldamente invitati ad aderire on-line al gruppo Facebook per ulteriori approfondimenti e riflessioni sempre nuove su questo affascinante mondo filosofico ed artistico. https://www.facebook.com/groups/esplorandotwinpeaks