L’antefatto. Come ogni anno, ho preso parte alla veglia pasquale nella notte santa presso la mia parrocchia: la liturgia della luce, il canto dell’Exsultet, la liturgia della parola (con le sue diverse letture) e poi, ancora, la liturgia battesimale, con le litanie dei santi e la rinnovazione delle promesse battesimali e, infine, la consacrazione eucaristica.
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Vi siete mai chiesti che cosa avvenga al di sopra delle nuvole durante una tempesta di fulmini? La risposta è: the man from another place, o meglio, the men from the other side. Gli uomini dall’altro lato delle nuvole, meglio conosciuti come gli “abitanti della Loggia” nell’affascinante saga di Twin Peaks: “Il Braccio” (The Arm), Bob, Mike ed il Gigante (the Fireman).
Twin Peaks is not a geographical place, but the temporal “place” of a cosmic “rhythm” that recalls the particularity of the solar cycles of the last decades and defines our controversial contemporaneity, in many ways “double” and contradictory.
Twin Peaks non è un luogo geografico, ma il “luogo” temporale, il “tempo” di un “ritmo” cosmico che richiama la particolarità dei cicli solari delle ultime decadi e definisce la nostra controversa contemporaneità, per molti aspetti “doppia” e contraddittoria.
L’abiura del Reale, il delirio soggettivista, il surreale individualismo che pretende di costruire il mondo “tutto intorno al Sé”: Ananké (Ἀνάγκη), la Dea greca della Necessità generata insieme al Tempo (Chrònos), teme il ritorno di suo padre Il Chàos primordiale ed è oggi incatenata dal mostro del “secondo me è così” nell’antro oscuro dell’umana pretesa di “ridurre” razionalmente ad una linearità logica la sfericità palindroma, concentrica e multidimesionale dell’Essere.
In economia, intesa come scienza delle azioni ed interazioni umane volte al soddisfacimento dei bisogni individuali e collettivi, il tempo emerge come bene supremo identificabile con l’esistenza stessa.
Che cosa c’è di più rivoluzionario, rispetto allo status quo dell’esistente, del mettere al mondo una nuova vita?
“Si può allora ben dire che i sensi non sbaglino mai, ma non perché essi giudichino sempre in maniera corretta, bensì perché essi non esprimono mai giudizi.” (I. Kant, Critica della ragion pura)
“Questo compromesso si chiama accettazione. Ma a me ripugna tale termine e voglio essere tutto o nulla. Se scelgo l’azione, non crediate per questo che la contemplazione sia per me come una terra sconosciuta. Soltanto essa non può tutto darmi, e, privato dell’eterno, voglio allearmi al tempo.” (A. Camus: Il mito di Sisifo)
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