Con la possibile candidatura da parte di Algeria, Egitto, Siria, Tunisia e Turchia alla “membership” nel blocco dei BRICS, un approccio
“alternativo” nei riguardi delle norme del diritto internazionale e della struttura delle relazioni internazionali irrompe formalmente su uno scenario di per sé ricco di complessità come quello del Mar Mediterraneo. Attingendo alle fonti ufficiali rilasciate dal forum intergovernativo che, ad oggi, riunisce Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, questo studio traccia la prospettiva dei BRICS in riferimento ai temi nodali del diritto internazionale pubblico e dell’economia, evidenziando la stretta correlazione tra la visione giuridica perorata dal gruppo dei BRICS e la concezione delle relazioni interstatali sottesa all’azione congiunta dei suoi “Membri” nell’arena internazionale.
FULGENZI M., “Il Mediterraneo bussa alla porta dei BRICS. Una visione “alternativa” del diritto e delle relazioni internazionali si affaccia sul Mare Nostrum”, in Mediterraneo. Ritorno al Centro del Mondo, collana «I Quaderni di Domus Europa», 7/2023, Il Cerchio ed., pp. 41-104, ISBN 978-88-8474-689-4, disponibile/available on-line: https://ilcerchio.it/mediterraneo-ritorno-al-centro-del-mondo.html oppure/or https://www.amazon.it/Mediterraneo-Ritorno-centro-del-mondo/dp/8884746892/ref=sr_1_1
SOMMARIO: Introduzione: I BRICS alla “conquista” del Mediterraneo; 1. I BRICS nella prospettiva del diritto internazionale; 2. Il diritto internazionale nella prospettiva dei BRICS; 2.1. Il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale; 2.2. Il diritto internazionale dell’economia; 2.3. I diritti umani e il diritto allo sviluppo; Conclusioni.
PAROLE CHIAVE: BRICS; BRICS+; Mar Mediterraneo; Prospettivismo; Diritto e Relazioni internazionali; PSEM; PVS.
Sintesi: BRICS E GLOBAL SOUTH – L’OCCIDENTE ALLA PROVA DELLA MULTIPOLARITÀ
I BRICS hanno guadagnato un ruolo di primo piano sulla scena mondiale, manifestando i tratti di una quasi-organizzazione internazionale dotata dei mezzi necessari per plasmare itinera e risultati nel campo delle relazioni internazionali oltre che, di conseguenza, munita della capacità di esprimere la propria influenza nella definizione del quadro giuridico internazionale e delle sue tendenze evolutive generali e settoriali. Tutto ciò, nel solco di un approccio di stampo “prospettivista” proiettato sui processi di definizione delle regole giuridiche internazionali, nonché atto a ridefinire la cornice interpretativa nel quale sistematizzare gli attributi normativi di queste ultime.
I BRICS “angolano” le proprie posizioni secondo l’ottica della “frammentazione” multipolare e, pertanto, inquadrano i temi del diritto, dell’economia e delle relazioni internazionali sotto la lente prospettica dei paesi “emergenti” e “in via di sviluppo” (i.e., gli attori del c.d. Global South). Per comprendere la prospettiva dei BRICS sul diritto e sulle relazioni internazionali, inoltre, rimane fondamentale cogliere la visuale secondo cui il processo di creazione delle norme internazionali è plasmato dalle dinamiche dei rapporti intercorrenti tra politica internazionale e diritto internazionale. Il portato di quanto descritto si pone non di rado in aperto contrasto con le interpretazioni, di matrice occidentale, finora considerate dominanti sul piano globale e ha enfatizzato il ruolo dei BRICS quali “catalizzatori” di una politica di nuova decolonizzazione delle aree del c.d. “Sud” del pianeta, in sé non estranea ai tratti caratterizzanti dei c.d. Third World Approaches to International Law (TWAIL): «the regime of international law is illegitimate. It is a predatory system that legitimizes, reproduces and sustains the plunder and subordination of the Third World by the West» (Mutua, 2000).
Le relazioni interne al blocco dei BRICS sono condotte seguendo un approccio di carattere paritario e orizzontale, ispirato al canone della “non-conflittualità” e incentrato su una visione cooperativa paritaria di natura pragmatica, solidale e aperta alla collaborazione con realtà esterne al gruppo, come altri Stati e organizzazioni internazionali, nel contesto della crescente “multipolarità” internazionale. Particolare peso, in tale ottica, assume l’impegno comune profuso dai BRICS verso una ridefinizione strutturale (secondo la chiave della maggiore “rappresentatività”) dei presenti meccanismi della governance planetaria e, in particolare, dell’architettura economico/finanziaria globale. Questo, a cominciare dagli ambiziosi obiettivi di riforma del sistema dell’ONU (incluso il suo Consiglio di Sicurezza) e delle regole di funzionamento del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale (BM).
Sulla base dell’assetto giuridico, assiologico e teleologico in tal modo individuato, il blocco dei BRICS promuove quindi una più ampia e indivisibile comprensione di ciò che dovrebbe essere considerato una minaccia alla pace internazionale e alla sovranità degli Stati, volta a includere non solo l’uso diretto della forza militare, ma anche altre forme di coercizione (economica) e di minaccia strategica alla sicurezza, integrità e alla sovranità dello Stato in violazione dei principi di uguaglianza tra entità sovrane e di non-intervento negli affari interni degli Stati, nonché degli architravi del sistema di liberalizzazione commerciale globale anti-discriminatorio dell’OMC (tra cui la possibilità di prevedere trattamenti differenziati per i PVS).
Nella prospettiva dei BRICS, i 17 SDGs dell’Agenda 2030 dell’ONU e il Diritto allo Sviluppo (in un’accezione perlopiù collettiva e Stato-centrica che pervade, peraltro, l’interpretazione dell’intera disciplina dei diritti umani da parte del c.d. Global South) fungono da riferimento per una crescita globale inclusiva, equa e sostenibile, permeando – insieme ai principi del c.d. “trattamento speciale e differenziale” (S&DT) e delle c.d. “responsabilità comuni ma differenziate” (CBDR) – gli ambiziosi progetti di cooperazione “allargata” (BRICS+) concepiti per intercettare le numerose richieste di adesione avanzate da parte di svariati Stati dell’America Latina, dell’Africa mediterranea e subsahariana così come dell’area del Sud-Est asiatico. Appare fondamentale, pertanto, indagare se per gli attori occidentali sia giunto il momento ripensarsi all’interno della nuova “multipolarità” dello scenario internazionale, rifuggendo da nostalgie egemoniche (forse) per molti versi inattuali.
Matteo Fulgenzi, Ph.D.
Per un inerente approfondimento: https://domus-europa.eu/2023/06/06/mediterraneo-multipolare-ovvero-la-sfida-di-un-futuro-migliore-di-lorenzo-maria-pacini