Viviamo un cupo inverno della democrazia. Poteri sovranazionali sfuggenti, liquidi e completamente autoreferenziali rivendicano prepotentemente la potestà di decidere della vita e della morte delle genti mentre pseudo-intellettuali arroganti e faziosi cercano in tutti i modi di delegittimare la sovranità del popolo, denigrandone problemi, istanze e legittime aspirazioni.
E’ in questo contesto che, in Italia, si inseriscono le travagliate vicende legate alla genesi del Governo cd. “giallo-verde”. Gli Onorevoli Borghi e Giorgetti ed il Senatore Bagnai avrebbero espresso le stesse idee del Prof. Savona dinanzi al Presidente della Repubblica ed avrebbero plausibilmente subito analogo “ostracismo”, con l’ulteriore criticità di non essere figure specificamente concordate dalle forze della potenziale coalizione per ricoprire il ruolo di Ministro dell’Economia, considerando i giusti equilibri sottostanti ad un serio “Contratto di Governo”.
Il Ministero dell’Economia richiede un alto profilo tecnico-accademico di indiscusso rilievo nazionale ed internazionale. Il Ministro è, infatti, chiamato ad implementare il programma di politica economica espresso dai partiti uniti nella coalizione di Governo e a rappresentare direttamente il Paese nei consessi internazionali, con piena autonomia, capacità e proprietà della materia. Mai come in questo caso, UNO NON VALE L’ALTRO. Per non parlare dell’ostruzionismo “legge per legge” che il Governo giallo-verde, a questo punto, è verosimile avrebbe incontrato di volta in volta in sede di promulgazione dei propri provvedimenti, almeno in base a quanto si possa dedurre dalle stesse valutazioni ed esternazioni politico-programmatiche rilasciate dal Capo dello Stato, con un’impropria forzatura delle prerogative attribuitegli dall’art. 92 della Costituzione della Repubblica.
Il “caso Savona” è, quindi, un problema di illegittimo veto “d’opinione” sulle idee politiche prevalenti nell’elettorato, perpetrato da un organo supremo che si dovrebbe, tra l’altro, poter presumere super partes. Non si tratta, quindi, di un banale veto sulle persone. Ed è vero: il Fiscal Compact fu insinuato in Costituzione con un “colpo di coda” a tempo di record (come sempre, quando NON nell’interesse del Popolo sovrano!) ed il Quirinale, di conseguenza, ne è parimenti custode. Ma qui si parla di un vero e proprio processo alle idee politiche sulla base di meri pregiudizi ideologici di parte.
IL CONTRATTO DI GOVERNO LEGA-M5S, INFATTI, NON PREVEDE ALCUNCHÉ DI EVERSIVO E, DI FATTO, IL GOVERNO NON HA MAI POTUTO INIZIARE I LAVORI. Si tralascino, inoltre, gli sproloqui sull’art. 11 della Costituzione: la Repubblica Italiana, infatti, considera possibili limitazioni di sovranità SOLO IN CONDIZIONI DI PARITÀ TRA LE NAZIONI E AL FINE DI ASSICURARE LA PACE E LA PROSPERITÀ DEI POPOLI. Quindi, non dei “potentati dei mercati globali! Stendiamo inoltre un velo pietoso sulle improvvide dichiarazioni di matrice “colonialista” rilasciate da esponenti politici di diversi Paesi europei ed, in ultimo, persino da sconsiderati esponenti della Commissione UE.
Con la sovranità non si scherza. Una volta persa, la sovranità è VERAMENTE perduta. Un’equa ed equilibrata comunità interNAZIONALE presuppone, al contrario, l’esistenza di NAZIONI integre e forti che interagiscano costruttivamente su basi paritarie (come previsto dal reale dettato dell’art. 11 della nostra Costituzione). Ci dicono: «Ci vuole più Europa…» Il che equivale ad affermare che, visto che tutti dobbiamo morire, forse è meglio togliersi subito “il pensiero”. E’ proprio la dissennata e sregolata dismissione della sovranità monetaria, in assenza di un efficace coordinamento fiscale e sulle politiche di lavoro ed impresa, che ha consegnato indifesi i popoli europei alla dittatura degli spread-gevoli “signori” apolidi della speculazione finanziaria.
Una sconsiderata unione politica tra nazioni culturalmente diverse ed in competizione strutturale perenne può, infatti, significare solo una cosa: IMPERO. E la storia ci insegna che l’Impero giova solo all’Imperatore, per gli altri è solo un suadente sinonimo del termine OPPRESSIONE. Se la sottomissione ai diktat d’oltralpe fosse stata una prospettiva allettante, i nostri avi non sarebbero morti per liberarci dai sovrani stranieri. La costruttiva e pacifica cooperazione internazionale su basi paritarie è tutt’altro dalla dittatura dello spread.
La saggezza suggerisce di non giudicare mai gli altri dall’alto del proprio presunto status sociale. Gli improvvidi e sprezzanti giudizi espressi dalle autoproclamatesi élites del Paese nei confronti del popolo italiano rivelano molto più sui soggetti autori di certe esternazioni, che sull’oggetto di tali definizioni (e.g.: il celebre analfabetismo funzionale). In questo Paese il numero delle persone senza presente e futuro sta purtroppo crescendo esponenzialmente e senza tregua. E la cosa terribile è che, nella stragrande maggioranza dei casi, le persone coinvolte in questa avversa contingenza non meritano affatto un tale stato di sfiducia e “disgrazia”.
Non cedete quindi alle bufale dei “prezzolati” di sistema, individui obnubilati nel giudizio dei fatti proprio da quell’immeritato benessere economico in cui sono stati cooptati grazie all’abiura ideologica del reale, al servizio dell’interesse di “altri”. Il Potere mira sempre a disorientare il popolo sguinzagliando i suoi ipocriti “soloni”, con un unico scopo: DIVIDE ET IMPERA.
© Matteo Fulgenzi